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Articoli e Note
n. 1-2010 - © copyright

 

ENRICO FOLLIERI

Diritto e Processo amministrativo
La Rivista a tre anni dalla fondazione*


INTRODUZIONE



SOMMARIO: 1. La celebrazione della rivista a tre anni dalla fondazione. 2. Il gruppo di San Giustino. 3. La Scuola di San Giustino. 4. Diritto e processo amministrativo. 5. Prospettive della Rivista e del gruppo di San Giustino.


1. La celebrazione della rivista a tre anni dalla fondazione.



Ringrazio il prof. Sabino Cassese per aver accettato l’invito a presiedere la I Sessione di questo convegno e l’organizzatore, prof. Enzo Maria Marenghi, condirettore della rivista, gli altri direttori della rivista nonché tutti i colleghi ed amici presenti in questo incontro che è un’occasione di riflessione e studio ma, nel contempo, anche celebrativa.
Di solito, le celebrazioni e, per così dire, il consuntivo di una Rivista si fa per periodi più lunghi, quanto meno un decennio e si presenta il primo numero per comunicare la novità editoriale e richiamare l’attenzione su una nuova entrée nel mondo della cultura.
Diritto e processo amministrativo, però, non ha ricevuto questo battesimo e, a tre anni dalla sua fondazione, ha avvertito il bisogno di mostrarsi, cumulando la presentazione con la riflessione su quanto ha già prodotto.
La rivista non ha avuto una presentazione iniziale perché noi direttori abbiamo dato impulso a questa avventura culturale sull’onda dell’entusiasmo, ma senza alcun elemento che potesse farci guardare, con tranquillità, al prosieguo dell’attività.
Una rivista, come’è noto, non è come la pubblicazione di un articolo o di un quaderno perché richiede un impegno, ripetuto e costante nel tempo, dal momento che deve vedere la luce alle scadenze stabilite. Nessuno dei diciannove direttori, in cuor suo, era certo di riuscire a mantenere questo gravoso impegno.
Sono necessari, altresì, finanziamenti, almeno fino a quando il numero degli abbonamenti non copra i costi; e non avevamo né uno sponsor, né fondi di altro tipo, né eravamo sicuri che ci sarebbero stati abbonati.
Occorre, poi, per un numero così elevato di direttori, 19, distribuiti su tutto il territorio nazionale, una determinazione forte di trovare un’intesa ed un punto di equilibrio, specie considerando che veniamo da Scuole ed esperienze diverse, anche sul piano territoriale.
Ed allora, pur senza dirlo tra di noi, non ce la siamo sentita di celebrare l’iniziativa con la presentazione del primo numero, per il timore di non farcela.
Dopo tre anni, invece, abbiamo acquistato coscienza che la Rivista è una realtà e, quindi, ci è sembrato giunto il momento di presentarla e discutere sul suo contenuto e su quello che rappresenta sul piano della cultura giuridica e, in specie, di quella amministrativistica.

2. Il gruppo di San Giustino.



Il mio intento è quello di esporre come siamo giunti all’idea ed alla realizzazione della Rivista.
Credo che, per ogni iniziativa, devono crearsi le condizioni perché germogli e si sviluppi.
La Rivista è diretta dal Gruppo di San Giustino che è nato l’1.6.1990 e l’elemento unificante è dato dal fatto occasionale che siamo tutti vincitori dello stesso concorso ad ordinario di diritto amministrativo.
All’epoca, i concorsi erano banditi dal Ministero, a seguito delle richieste delle Università, e si tenevano ogni 4-5 anni.
Il precedente concorso non aveva coperto tutti i posti banditi, per cui quello successivo che ha riguardato tutti noi è stato un mega concorso per 21 ordinari [1], numero rilevante se si considera che costituiva oltre un quarto di tutti i professori di diritto amministrativo.
Quale titolare della cattedra di diritto amministrativo della Facoltà di Giurisprudenza dell’Università degli Studi di Chieti, con sede in Teramo, interpretando la volontà di tutti noi, organizzai un convegno a Teramo allo scopo di incontrarci e conoscerci e anche per affrontare le problematiche successive alla conclusione del concorso.
La riunione teramana fu caratterizzata dalla presenza non soltanto nostra, ma anche delle nostre famiglie, perché l’intento era quello di creare o rinsaldare rapporti di amicizia, per cui, a parte la discussione, senza prefissazione di temi specifici affidati a ciascuno di noi, su questioni di diritto amministrativo (in quella occasione si parlò del disegno di legge delega del 1989 sul processo amministrativo), facemmo un’interessante gita al Gran Sasso.
L’iniziativa riuscì e si decise di ripeterla ogni anno il 1° giugno o nella prima settimana di giugno, passandoci il testimone dell’organizzazione tra di noi, per cui nel 1991 siamo stati a Cagliari, nel 1992 a Torino, nel 1993 a Positano, nel 1994 a Catania, nel 1995 a Venezia, nel 1996 a Padova, nel 1997 a Copanello, nel 1998 nella Maremma Toscana, nel 1999 a Venezia, nel 2000 a Peschici e alle Isole Tremiti, nel 2001 a Cagliari, nel 2002 a Salerno e a Positano, nel 2003 a Pavia (con visita alla Certosa), nel 2004 a Napoli e al Parco Archeologico di Cuma, nel 2005 a Catania e a Taormina, nel 2006 a Cagliari e a Chia, nel 2007 a Padova e ai Colli Euganei, nel 2008 a Messina e Nebrodi e nel 2009 a Torino, Alba e alle Langhe, ripetendo per 19 anni questa esperienza, apprestandoci a festeggiare 20 anni il prossimo giugno del 2010 in Sardegna (Sulcis).
Inoltre, abbiamo invitato i nostri maestri ed allievi che sono intervenuti volentieri.
Il nome di San Giustino fu il frutto del caso ed è spiegato dal caro ed amato Franco Pugliese in una sua nota del 18.6.1990 inviatami per fax e che, a mia volta, l’11.1.1991, ho trasmesso a tutti i professori del concorso a 21 posti.
Franco Pugliese unì alla nota una sintetica, ma significativa, ricerca agiografica su San Giustino.
Vi chiedo di comprendermi se leggerò queste brevi notazioni di Franco Pugliese.

“San Giustino



(Per il calendario cristiano si festeggia il 1° giugno)
Apologista e martire del II secolo, è considerato il fondatore della patristica. Pagano e stoico, abbracciò prima la dottrina peripatetica, poi quella pitagorica, poi quella platonica. Dopo la confutazione di quest’ultima, si convinse che ‘la filosofia cristiana era l’unica veramente certa ed utile’. Cercando di conciliare la filosofia con la religione, giunse a sostenere la dipendenza dei filosofi classici, specialmente di Platone, da Mosè e dai Profeti. Secondo Giustino infatti, coloro che vissero secondo ragione, pur se creduti atei, sono in realtà cristiani. Infatti, la verità cui giungono anche i pagani, dipende da ‘semi di verità’ presenti in ogni uomo (ed anche in tutti i filosofi antichi). Tali semi di verità spiegano la concordanza tra cristianesimo e paganesimo. La concezione del necessario risolversi nel cristianesimo, del pensiero classico (e, quindi, la fondamentale accettazione della filosofia antica) costituisce il contributo vitale di S. Giustino alla formazione del pensiero cristiano”.
Dopo questi cenni su San Giustino, Franco ricorda così l’incontro di Teramo: “La riunione di Teramo si è svolta il 1° giugno. Un’occasionale osservazione svolta nel corso del convivio serale ha ricordato il santo del giorno: S. Giustino. Cosicché, per intuibili accostamenti del tutto giocosi e privi di qualsiasi idea di contrapposizione, si è detto essere il nostro il ‘gruppo di S. Giustino’, nel quale sono stati cooptati anche gli assenti (giustificati). La successiva ricerca agiografica ha confortato la scelta, poiché vogliamo credere che in ciascuno di noi vi siano semi di verità: perciò, ciascuno individualmente e tutti insieme potremo dare un contributo non solo teorico al progresso ed alla giustizia (che poi ha la stessa radice di Giustino). Non sarà dunque inutile tenerci in più frequente contatto e conoscere (prima della pubblicazione) l’oggetto delle ricerche in corso per un possibile reciproco apporto”.
A questa ragione – l’1 giugno si festeggia San Giustino – ne rilevai un’altra: San Giustino è il patrono di Chieti, sede dell’Università abruzzese.
E, quindi, le coincidenze ci portarono a identificarci come il gruppo di San Giustino.

3. La Scuola di San Giustino.



Il gruppo di San Giustino, oltre alla riunione, per così dire, istituzionale della prima settimana di giugno che si svolge sempre con le stesse modalità – discussione su un tema di diritto amministrativo, con interventi liberi, senza predeterminazione del loro oggetto; incontri con le famiglie e visita ad un particolare luogo, con la presenza, sempre gradita, dei nostri maestri ed allievi – ha intensificato i rapporti culturali e gli incontri di studio, pensando ad una Scuola volta a formare giovani studiosi e ricercatori.
L’idea maturò nell’incontro che si tenne sul Gargano il 9, 10 e 11 giugno del 2000 e fu discussa durante la traversata di ritorno dalle Isole Tremiti (San Nicola) a Peschici.
Si pensò di istituire una Scuola con queste caratteristiche salienti: a) studio del diritto e del processo amministrativo in un’ottica tesa a far emergere i “semi di verità” presenti nelle più diverse impostazioni teoriche; b) durata di circa 3 o 4 mesi; c) frequentanti, i nostri allievi; d) programma organizzato sotto forma di moduli cui dovevano essere preposti uno o più di noi; e) per quell’anno la determinazione degli argomenti dei moduli era stabilita da due coordinatori ai quali ciascuno di noi doveva comunicare uno o più argomenti che era disponibile a trattare; f) i docenti potevano anche essere diversi dai san giustiniani; g) i moduli si sarebbero dovuti tenere a Roma in Via Cola di Rienzo (studio Lucio Iannotta) ove era disponibile una “auletta” di circa 40 posti; si sarebbe potuto, però, pensare anche allo svolgimento di alcuni moduli presso le Facoltà ove insegnavamo, con la partecipazione estesa agli studenti; h) i coordinatori per quell’anno erano Iannotta e Follieri.
Per dare concretezza all’iniziativa, ciascuno di noi segnalò l’indicazione di uno o più argomenti che intendeva trattare e l’elenco degli allievi interessati alla Scuola.
Ci furono ulteriori riunioni per mettere a punto il progetto e si giunse alla predisposizione di una scheda per i docenti ed una per gli allievi ed in un incontro tenuto a Roma il 28.9.2001, tra i docenti e gli allievi, nel quale si mise a punto l’organizzazione del corso, si decise di tagliare il nastro il 23.11.2001.
La Scuola si tenne per un solo corso completo, e si svolse nei locali della Facoltà di Giurisprudenza della L.U.I.S.S. di Roma, per la disponibilità di Marcello Clarich.
Il primo modulo, 23.11.2001, riguardò “Il metodo nel diritto amministrativo”, relatori Luigi Benvenuti, Lucio Iannotta e Antonio Romano Tassone, cui seguirono: il 18.1.2002 “Il tempo nel procedimento amministrativo”, coordinatore e relatore Marcello Clarich; l’8.3.2002 “L’amministrazione tra pubblico e privato”; il 24.5.2002 “Il nuovo titolo V della Costituzione”, relatore Andrea Pubusa.
Si contarono 23 allievi e la partecipazione di molti di noi, ma anche di nostri maestri.
Dopo il primo corso non ne sono stati organizzati altri, ma furono organizzati altri moduli, soprattutto a Napoli, senza seguire più l’impegno del corso di 3 o 4 mesi.
Non fu, comunque, individuato nei fatti, una sede stabile, né furono raccolte le presenze degli allievi perché, nello spirito proprio di San Giustino, è possibile fare scuola in qualunque posto, nelle aule che ciascuno di noi riesce a mettere a disposizione per un confronto di idee tra gli studiosi che intendono partecipare.
Lo spirito di San Giustino, infatti, si può individuare nell’estrema libertà di pensiero perché ciascuno di noi è portatore di semi di verità che meritano considerazione e rispetto, senza chiusure ed apriorismi, sui quali riflettere e discutere, per cui anche la sede non può essere unica.
La settimana scorsa sono stato ad un convegno a Messina per parlare della pregiudizialità penale nel processo amministrativo e, parlando con Antonio Romano Tassone, si è pensato di organizzare, con i nostri allievi, una Scuola estiva (forse detta in inglese ha più effetto: Summer School) della durata di una settimana e di sottoporre l’iniziativa all’attenzione del San Giustino al prossimo giugno 2010. Anche in questo caso la proposta è del tutto priva di indicazione di sedi fisse e di irrigidimenti: la Scuola si può organizzare dovunque e secondo modalità e contenuti rimessi a chi, nel concreto, l’organizzerà.
Abbiamo cercato di costituire un’associazione, con l’adozione di apposito Statuto di cui è stata redatta una bozza concordata ma, alla fine, non se ne è fatto nulla perché, forse inconsciamente, abbiamo avvertito che la formalizzazione del gruppo poteva portare ad un irrigidimento organizzativo che nessuno di noi, nel profondo, vuole.
Ecco lo spirito di San Giustino che aleggia in maniera evidente anche in questo convegno.
A nessuno dei relatori ed interventori è stato assegnato un tema specifico, ma solo l’indicazione, a vasto raggio, che può parlare dell’indirizzo culturale della rivista o di uno degli argomenti affrontati nelle oltre tremilatrecento pagine di tre anni di pubblicazione.

4. Diritto e processo amministrativo.



Ed in questo humus culturale è germogliata l’idea della Rivista.
Un primo scambio di opinioni in proposito lo abbiamo avuto in un convegno tenuto ad Avezzano nel 2004 con Ignazio Marino che caldeggiava la istituzione di una Rivista che pubblicasse gli studi soprattutto sulle autonomie locali.
Poi il 14.2.2006, dopo un incontro seminariale diretto agli allievi della Scuola, ci riunimmo presso lo studio di Lucio Iannotta in Roma e fui incaricato di esplorare la concreta possibilità di dar vita ad una rivista di diritto amministrativo, con pubblicazione aperta a tutti i contributi e che avrebbe dovuto organizzarsi così: “redazioni distribuite sul territorio e localizzate presso le sedi universitarie di cui è coordinatore ciascuno di noi (ad esempio: Redazione di Cagliari: Coordinatore prof. Andrea Pubusa e redattori un gruppo di studiosi indicati dal coordinatore); redazione centrale di cui fanno parte tutti i coordinatori delle redazioni locali; direttore responsabile: uno di noi; comitato scientifico composto, oltre che da noi, da autorevoli studiosi della materia; effettivo ‘motore’ della Rivista: uno di noi a turno, quale coordinatore centrale al quale ciascun coordinatore locale invierà gli articoli che, senza nessun altro vaglio, saranno assemblati e pubblicati; pagine, per anno, mille che andrebbero distribuite tra i numeri della rivista che può essere trimestrale o quadrimestrale; casa editrice l’E.S.I. di Napoli, da me contattata e che si è dichiarata disponibile; spesa da quantificarsi da parte della Casa Editrice che potrebbe riguardare sia un numero minimo di abbonati ovvero un importo da dividersi tra tutte le redazioni, salvo ‘recupero’ sugli abbonamenti; redazione di un ‘manifesto-presentazione’ della rivista di un paio di pagine, in cui evidenziare il progetto culturale, con riferimento ai nostri…. ‘semi di verità’, volti a dare effettività al pluralismo culturale” (nota Follieri del 15.2.2006, riepilogativa delle decisioni assunte).
Intervennero ulteriori riflessioni che ci fecero optare per un modello organizzativo meno complesso e più efficiente e che è, poi, quello attuale: 19 direttori, con un direttore responsabile e con la redazione in un solo luogo.
Un altro incontro specifico sulla Rivista lo avemmo a Napoli il 28.4.2006, dopo un seminario per la Scuola tenuto presso il Centro Studi Marrama su “Le situazioni giuridiche soggettive nel diritto amministrativo” e si giunse alle decisioni che, poi, furono definitivamente condivise nell’incontro del 3.6.2006 a Cagliari ove si stabilì il titolo, la presentazione e che dal gennaio 2007 sarebbero partiti la rivista ed i quaderni della Rivista.
La presentazione è pubblicata nel primo numero della Rivista e l’accento è posto sulla pluralità culturale e l’apertura della Rivista al contributo di tutti, specie dei giovani.
La Rivista è stata denominata “Diritto e processo amministrativo” perché non si è voluto escludere alcun argomento che interessa la nostra scienza, in un’apertura a 360 gradi su tutti i possibili temi.
Per il finanziamento, il prof. Pietro Perlingieri ci ha dato credito ed ha avviato la pubblicazione, confidando nel “ritorno” degli abbonamenti e, quindi …miracolo di San Giustino, l’attività editoriale non ha comportato per noi la necessità di ricorrere al reperimento dei fondi.
La copertina e le soluzioni editoriali sono state curate con la collaborazione del dr. Marsico, dirigente dell’E.S.I. e, dopo consultazioni tra tutti noi, la Rivista ha assunto l’attuale veste tipografica.
Ad oggi sono stati pubblicati 12 numeri, quattro per anno, per un totale di 100 articoli e 3.354 pagine.
Inoltre, 6 quaderni per oltre 2.000 pagine e di cui ricordo i titoli: 1. Laura Maccarone, Sull’interpretazione nel diritto amministrativo, 2007; 2. Roberto Musone, Il regime di invalidità dell’atto amministrativo anticomunitario, 2007; 3. Daniele Marongiu, Il governo dell’informatica pubblica. Tra Stato, regioni, ed enti locali, 2007; 4. Sabrina Sitzia, Gli uffici per le relazioni con il pubblico. Un’esperienza di innovazione amministrativa, 2008; 5. Anna Romeo, L’impugnabilità degli atti amministrativi, 2008; 6. Nicola Flavio Ruju, L’acquisizione ed il riuso del software nella pubblica amministrazione digitale, 2009.
Sono in corso di stampa altri due quaderni: 7. Marco Tiberi, La fattispecie contrattuale ad evidenza pubblica; 8. Studi per Franco Pugliese, con il contributo di numerosi giuristi per oltre 1.000 pagine.
La Rivista ha cercato di mantener fede alla sua apertura verso i giovani indicata nella presentazione; infatti, il 34% degli autori sono ricercatori, assegnisti, dottori di ricerca e cultori della materia; il 49% è costituito da professori ordinari; il 9% da professori associati; il 4% da stranieri e, infine, il 4% degli articoli è rappresentato da inediti. Con un inedito di Feliciano Benvenuti si è aperto il primo numero della Rivista nel 2007, dal titolo Suggestioni in tema di contratto tra diritto privato e pubblico dato alla rivista dal prof. Luigi Garofalo, che insegna diritto romano nella sede dell’Università di Padova. Il Benvenuti, invitato ad un convegno proprio a Treviso, si scusava della sua assenza accompagnando tale scritto con una lettera che diceva grosso modo: “ti chiedo scusa, non posso venire perché sono impegnato in un’importante questione a Roma, ma ti mando lo scritto”. Il Garofalo conservò questo saggio che non fu mai pubblicato. Un altro inedito è quello di Franco Pugliese che a Padova partecipò ad un convegno sulla opposizione di terzo; Lucio Iannotta ha recuperato quegli appunti e quello scritto, che è stato pubblicato nel numero 3 del 2007 della Rivista con il titolo Sull’opposizione di terzo e sul processo e sulla funzione amministrativa. Poi sono stati pubblicati due inediti di Antonio Salandra, rinvenuti nella Biblioteca di Lucera, perché Salandra, nativo di Troia, aveva studiato lì e il suo collegio elettorale era Lucera, dove ha lasciato tutti i suoi libri e gli scritti autografi alla Biblioteca comunale; andando a curiosare in queste carte, ho trovato delle lezioni raccolte da un suo allievo, avv. Carlo Manes, scritte a mano, ed ho tratto da questi manoscritti due argomenti che poi sono stati pubblicati in due distinti numeri della rivista, uno relativo alla “Risoluzione delle controversie circa la competenza giurisdizionale e amministrativa”; l’altro riguardante le “Prenozioni e i caratteri principali del diritto amministrativo” in cui il Salandra esponeva quella che è la materia del diritto amministrativo, profilo importante perché il Salandra veniva dall’esperienza di insegnamento di scienza dell’amministrazione che aveva tenuto presso la facoltà giuridica romana. Salandra sostituisce Meucci, che aveva avuto dei problemi di salute, nella cattedra di diritto amministrativo della Facoltà di giurisprudenza di Roma e queste lezioni sono quelle del primo anno in cui teneva il corso (1901).
Gli argomenti trattati dalla Rivista hanno riguardato: per il 26%, il processo amministrativo; per il 20%, l’attività amministrativa di diritto pubblico; per il 18%, l’organizzazione amministrativa; per il 7%, la storia del pensiero giuridico (particolarmente la scienza del diritto amministrativo); per il 5%, l’attività amministrativa di diritto privato; per il 4%, l’espropriazione, l’edilizia, l’urbanistica e l’ambiente; per il 4%, gli enti locali; per il 4%, il diritto straniero; per il 3%, la telematica e l’informatica elettronica nel diritto amministrativo e, per il resto, il diritto amministrativo come disciplina, i beni culturali, l’interpretazione delle leggi e le regole del diritto, la responsabilità amministrativo ed il diritto comunitario.

5. Prospettive della Rivista e del gruppo di San Giustino.



La Rivista ha ospitato articoli espressione delle più diverse culture amministrativistiche, senza alcuna preclusione, ed intende continuare su questa strada, potenziando la collaborazione ed aprendosi ad altri studiosi per la sua concreta gestione.
Si intende costituire un apposito comitato scientifico che dovrebbe svolgere una funzione propulsiva e di confronto e di esso saranno chiamati a far parte tutti coloro che sono intervenuti a questo convegno ed altri autorevoli studiosi.
Nello stesso tempo, si vorrebbe rendere partecipi attivi dei nostri incontri, istituzionali e non, di San Giustino altri colleghi ed amici perché il limite del gruppo è la sua nascita, nel senso che i professori che sono diventati ordinari di diritto amministrativo nel 1990 sono determinati nel numero e… nell’arco dei secoli, destinati ad assottigliarsi e non si vuole che venga perso lo spirito di San Giustino che, per noi tutti, costituisce una importante esperienza, non solo di studio e di confronto di idee, ma anche di amicizia e di vita.

 

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* Relazione svolta al Convegno tenuto il 4 e 5 dicembre 2009 presso la Città Universitaria di Fisciano (Salerno) su “Diritto e Processo amministrativo” – La Rivista a tre anni dalla fondazione.
[1] I 21 professori sono: Luigi Benvenuti, Giuseppe Caia, Marcello Clarich, Alfredo Corpaci, Vittorio Domenichelli, Saro Ferrara, Erminio Ferrari, Enrico Follieri, Carlo Emanuele Gallo, Lucio Iannotta, Nino Longobardi, Enzo Maria Marenghi, Ignazio Maria Marino, Nicoletta Marzona, Alfonso Masucci, Francesco Merloni, Eugenio Picozza, Andrea Pubusa, Franco Pugliese, Antonio Romano Tassone e Paolo Urbani.

 

(pubblicato il 29.1.2010)

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